-4 bis- SIAMO PARTITI, SIAMO PARTITI (Masetti di Lavarone- Barcarola, 17 km)

Certo, siamo partiti, alle due e mezza del 7 giugno. Usciti dalla porta di casa ci siamo accorti che il sole non c’era più. Il meteo che, secondo Giorgio non fallisce mai, non ha fallito. Qualche piccola goccia…qualche grossa goccia…mi guardo indietro e Giorgio è già rientrato in casa e si accinge ad accendere il caminetto. Lo convinco. Si parte. Dopo centro metri Giorgio mi chiede: “Quanto manca?” Poi si accorge di essere il titolare del Garmin e comincia a darmi in formazioni. “Stiamo procedendo a 4,5 km all’ora, altezza sul livello del mare 1.150, arrivo previsto fra sei ore”. Primo incontro con essere vivente, un asino che palesemente disapprova il tutto. Gli zaini pesano. La pioggia bagna. Perdiamo subito l’orientamento, a due chilometri da casa mia. Ce n’è abbastanza per rinunciare e tornare indietro. Ma sarebbe troppo vile anche se la tentazione è enorme. Dopo due km, Luserna. In piazza il termometro segna 12 gradi. “Cazzo Giorgio, ma il meteo non ti aveva segnalato il giugno più caldo del dopoguerra?” Giorgio fa finta di non sentire. Dobbiamo scendere di mille metri. Chiediamo ad una ragazza cimbra seduta alla fermata dell’autobus di Luserna la direzione per la Valdastico. Ci risponde: “Io la so ma non ve la dico. Il sentiero è troppo pericoloso”. Chiediamo ad un operaio che evidentemente se ne frega della nostra salvezza. Dice: “Andate dritto di qua, sono dieci km di sentiero in discesa, due ore. Buona passeggiata”. Lasciamo lo spiritosissimo operaio e ci tuffiamo nel sentiero che la cimbra ci aveva negato. Aveva ragione lei. Giorgio attraversa un torrente secco e cade. Uno a zero per me. Il sentiero è molto esposto, come dicono i veri alpinisti, e procede sul ciglio di burroni che stimolano le vertigini di Giorgio. Mi accorgo che, per non guardare l’abisso, Giorgio cammina tutto storto praticamente strisciando lungo la parete. Io gli faccio presente che le Bocchette del Brenta sono peggio. Mi sembra di sentire sibilare, tra la pioggia e il vento, qualcosa tipo: “Chissenefrega delle Bocchette del Brennero. Non ho mai avuto tanta paura come oggi”. Piove sempre e la nostra camminata è incredibilmente resa difficoltosa perfino da grossissime lumache che hanno invaso il sentiero. Visione agghiacciante. In località Belfiore vediamo dieci lumache mostre che si stanno mangiando una vipera. Sassi scivolosi, foglie umide e scarpe bagnate fanno il resto. Dopo tre ore raggiungiamo il fondo valle e baciamo l’asfalto salvifico. Siamo a San Pietro Valdastico. Teoricamente dovremmo procedere a sud per Velo d’Astico dove abbiamo prenotato un grand hotel a una stella. Ma siamo distrutti. Ci dicono che il primo albergo trattoria è a due km. Albergo trattoria da Nando. Dopo due km ci dicono che il primo albergo trattoria è a due km. Albergo trattoria da Nando. Ancora due km e ci dicono che il primo albergo trattoria è a due km. Albergo trattoria da Nando. E’ difficile da crederci ma dopo due km ci dicono che il primo albergo trattoria è a due km. Albergo trattoria da Nando. Passano così allegramente altre tre ore e quando arriviamo all’albergo trattoria da Nando siamo così incazzati con Nando che gli chiediamo un po’ bruscamente se ci dà da mangiare e da dormire. Sono quasi le nove. Secondo Garmin abbiamo camminato per 17,35 km. Alla media generale di 2,6 km all’ora, soste comprese. Senza soste siamo andati a 4,4 km all’ora. Durante il tragitto ci hanno telefonato e mandato Sms (3349493018) Mimmo da Riva del Garda, Cesare, Alberto Oldrini, Giorgio Guiotto, Barbara Melotti, Arianna, Marco da Bologna. Lungo la strada un vecchio lettore di Cuore, su una Micra Nissan mi ferma e mi racconta che è venuto alla festa di Montecchio l’anno in cui c’erano D’Alema e il Mago Otelma. Fiorenzo, magazziniere a Schio, è venuto a trovarci in albergo. Ivano, suo collega, ci ha dato appuntamento per venire a camminare un giorno con noi. Ci vedremo alla birreria di Arsiero.

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