-2- LO ZEN E L’ARTE DI COMPRARE UNO ZAINO
E così siamo partiti il 7 giugno 2007. O meglio, abbiamo deciso che saremmo partiti il 7 giungo 2007. Giorgio mi aveva detto: “Stai tranquillo, arrivo la notte prima, appena finita la partita della nazionale contro la Lituania. Dormiamo e la mattina dopo facciamo gli ultimi preparativi e verso mezzogiorno partiamo”. Si è presentato la mattina dopo a mezzogiorno. Ha parcheggiato la macchina, è sceso e ha detto: “Un attimo, devo prendere il mostro”. Il mostro è il suo zaino. Il mio zaino invEce si chiama Millet. E’ grigio ed ha dovuto superare un’incredibile serie di esami. Doveva essere leggero, grande, pieno di tasche, elegante, economico. Comprare uno zaino è un’arte. Un’arte nella quale ci sono degli esperti tremendi e pignolissimi. Ne avevo trovato uno bellissimo che soddisfaceva a tutti i requisiti. Ma era nero, calamita per tutti i calori che si aggirano dalle parti dei camminatori.
Niente. Nero non si può, ha sentenziato mia moglie e ne ha proposto uno chiaro, stupendo e molto raffinato. Ho cominciato a riempirlo e mi sono fermato subito. Erano rimasti fuori: golf rosso, computer, materassino autogonfiabile, sacco a pelo. Non va bene, ho sentenziato io. Lei è uscita ed è tornata col Millet. Ho detto: “Splendido”.
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