venerdì 8 giugno 2007

-5- CARTOMANZIA




Un giorno di qualche settimana prima della partenza è scoppiato il problema delle cartine geografiche che avrebbero dovuto accompagnarci e indicarci la strada dandoci preziosi suggerimenti nei momenti di sconforto e di ricerca. Non era una questione di poco conto perché il percorso che avevamo deciso di seguire non era un itinerario classico. Che cosa è un itinerario classico? Faccio un esempio. Se qualcuno decide di andare da Trento a Roma, sceglie di passare da Vicenza, Bologna, Firenze, Orvieto, Viterbo. Oppure da Imola, Cesena, Perugia. Se ne possono costruire molti di itinerari classici. Noi invece abbiamo preso una cartina dell’Italia, una matita, due bandierine e una riga. Abbiamo messo le bandierine su Masetti di Lavarone e su Cura di Vetralla e abbiamo tirato una riga, una linea retta che univa le due frazioni. Per questo da quel momento il nostro viaggio è stato anche chiamato “La retta via” o come suggeriva l’amica Cinzia Poli, “Fedeli alla linea”. Il tentativo infatti diventava quello di seguire il più possibile quella linea. Per fare ciò era indispensabile avere delle cartine molto accurate che segnassero anche le strade più piccole, quelle vicinali, quelle forestali. Allora: Kompass, Multigraphics o Igm? Io sono un teorico e un fan delle cartine dell’Istituto Geografico Militare. E’ vero, non siamo dei grandi combattenti. Le guerre, quando le abbiamo vinte, sapevano di miracolo. Ma si può immaginare qualcosa di più preciso e meticoloso di carte geografiche disegnate da cartografi motivati dal combattimento? Noi cercavamo carte con disegnati tratturi e sentieri. L’Igm fa proprio questo. O meglio, faceva. Gli aggiornamenti sono fermi al 1964. Tanto per capirci prima del boom economico, urbanistico ed edilizio. Quando un mese prima della partenza Giorgio ed io abbiamo fatto la prova generale della nostra lunga marcetta, abbiamo scelto il tratto Velo d’Astico-Priabona. Arrivati nella piana industriale di Schio ci siamo trovati immersi nella moderna versione del labirinto. Le strade dell’Igm naufragavano contro i guard rail delle superstrade o si perdevano nei meandri dei depositi dei capannoni industriali. Ci sono degli aggiornamenti fatti una decina di anni fa, ma la visione d’assieme non è completa. Troppi buchi nel nostro percorso. Ci vuole decisionismo in certi frangenti delicati della propria esistenza. Ci vuole coraggio. Scegliere tra Igm, Kompass e Multigraphics voleva dire scegliere tra serenità ed inferno.

1 commento:

Isabella Guarini ha detto...

Peccato che CSF abbia rinunciato al rotolo delle carte topografiche. Anche se vecchie, andando a piedi avrebbe potuto aggiornarle,e, al ritorno avrebbe potuto fare una mostra sui generis di arte topografica. Ormai i satelliti hanno completamente sostituito la gloriosa arte.
P.S. Noto che i quadri paesaggistici delle foto non sono poi tanto incontaminati e che a piccoli comuni corrisponde grande cartellone pubblicitario Vedi Salvarani.