giovedì 7 giugno 2007

-1- MI PIACEREBBE
(7 giugno 2007)


Chissà perché quel giorno io gli dissi: “Mi piacerebbe andare a Roma a piedi”. Di cazzate io ne dico spesso. La settimana prima avevo detto: “Vorrei fare la transiberiana da Leningrado a Pechino”. E la settimana prima andavo dicendo: “Compro un camper di lusso e giro per un anno l’Africa”. Oppure: “Prendo un aereo per la Norvegia e mi faccio tutte le tappe della nave postale”. Nessuno mi dava retta e nessuno mi rispondeva. Al massimo qualcuno si faceva una risata e mi diceva: “Io invece vado al Polo Sud”. Gente che non sa sognare. Invece quel giorno che gli dissi che avrei voluto andare a Roma a piedi Giorgio Lauro mi ascoltò con grande attenzione e mi rispose: “Anche io”. Bastano due parole a volte per dare una svolta alla propria vita. Figuriamoci se non bastano a cambiare il programma di un’estate. E allora niente fiordi, niente camper, niente transiberiana. Via verso la Capitale. A piedi. Lentamente.
Con Giorgio non è difficile mettersi d’accordo. Ma mentre io sono in anno sabbatico, lui lavora. “Fino a quando?”, chiedo. “L’ultima partita è mercoledì 6 giugno”, dice Giorgio. La vita di Giorgio è scandita dal campionato di calcio. Ci sono disgrazie peggiori ma mica tante. Giorgio, insieme a Sergio Ferrentino e Marco Ardemagni, tutte le domeniche che dio manda in terra, e quasi tutti i mercoledì, si occupa di calcio. Lo pagano per questo. E anche bene. Ma basta per rovinarsi l’esistenza? L’umanità ha questa splendida vocazione ad autodistruggersi, il calcio. “Bene”, dico io. “Si parte l’otto giugno”. “No”, dice lui. “Partiamo il sette”. Guai a perdere un giorno. Le Grandi Scelte hanno bisogno di tempi rapidi. Cotte e via.(csf)

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