lunedì 18 giugno 2007

14 LA FILOSOFIA DEL CAMMINARE


Qualche capitolo fa vi avevo detto che in preparazione di questo viaggio ho scelto di immergermi nella lettura di Duccio Demetrio, "Filosofia del camminare" sperando che lui mi spiegasse perché io e Giorgio abbiamo deciso di compiere questa impresa, sempre in bilico fra il notevole gesto atletico e l'incredibile stronzata. Il libro lo sto leggendo, lentamente, ovvio. E intando mi sto facendo un'idea da solo. Del libro quindi vi parlerò più tardi. Vi anticipo solo che Demetrio scrive: "Scopo del mio libro è scoprire, strada facendo, l'invisibile delle cose incontrate". E' proprio così, si viaggia anni, si fanno km e km e non si vede nulla, nonostante i viaggi siano organizzati, o forse proprio per quello. C'è di buono che di organizzato in questa nostra "lunga marcetta" non c'è proprio niente. E non c'è nemmeno uno scopo, una ragione. Continuano a chiedercelo. Perché? Perché? Perché? Come fossero Antonio Socci. E noi, nell'impossibilità di accontentare la curiosità di chi ce lo chiede, abbiamo abbandonato le spiegazioni iniziali quando andavamo per negazioni ("non perché abbiamo fatto un voto", "non per ispirazione religiosa", "non per ispirazione laica tipo fame nel mondo o cose del genere") e abbiamo iniziato a dire una cosa semplice semplice e forse perfino vera: "perché questo mese non avevamo niente da fare".

Non c'è la parola italiana per descrivere quello che vogliamo fare. Non è trekkink, non è avventura, non è passeggiata, non è viaggio. C'è una parola tedesca, "wandern", con il suo equivalente inglese "wandering". Probabilmente ci sbagliamo ma ci è piaciuto pensare che wandern significhi qualcosa per noi e l'abbiamo tradotto "camminare cazzeggiando". Due esperti di pazzeggio tout court come me e Giorgio scelgono di camminare applicando la stessa logica, la casualità, la leggerezza, la goliardia, tipiche del pazzeggio. E così ne nasce un trasferimento che alla fine ha le seguenti caratteristiche: niente scopo, niente programma, niente missione, niente regole. Di nuovo è più facile usare la negazione rispetto alla definizione. Possiamo solo dire ciò che non siamo, ciò che non facciamo. Con Montale. E scusateci se ci siamo montati la testa. D'altra parte come possiamo dire "ci spostiamo cazzeggiando, senza motivo, senza programma, senza meta a breve?" Meglio Montale.

2 commenti:

Isabella Guarini ha detto...

In sintesi: mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare...
Persino una canzone lo dice che l'hotium è foriero di grandi amori! A piedi per amore di..boh!

Anonimo ha detto...

Secondo me , siete solo dei masochisti.
mandi bruno ventura da udine
w il po po po (sono un vecchio aderente, ho anche la maglietta).Quanto vorrei essere con voi, purtroppo fisicamente nn riesco a fare 1 km a piedi e si che ero un atleta, ma che vita di merda.