domenica 25 novembre 2007

lunedì 12 novembre 2007

AL TG DE LA7

sabato 10 novembre 2007

MALGA CAMPO, IO C'ERO

da Franco "Gigante buono"

Ciao a tutti. Sono Franco (battezzato il gigante buono dai due camminatori) metto un commento anche io, con l'aiuto di Melba (con i trattori sarò anche bravo ma con i Blog per niente). Volevo dire soltanto che i due giorni a Luserna sono stati molto belli, ci siamo divertiti, almeno da parte mia e di Angela. Sarà sicuramente che ci piace la montagna e camminare, ma anche che abbiamo conosciuto gente nuova che se non era per la presentazione del libro non avremmo mai conosciuto, e per questo ringrazio i due camminatori. Viste le distanze ed i lavori o studi che ognuno fa, non penso che ci siano molte possibiltà di rivederci tutti quanti da qualche parte, perciò proporrei una volta l'anno di darci un appuntamento, magari visto che la cosa è iniziata a Luserna potremmo continuarla sempre lì, o anche da un'altra parte. Lo dico perchè sul serio vorremmo reincontrarvi tutti quanti e fare baldoria. Un saluto di cuore - Claudio, Giorgio e tutta la truppa - da Franco, Angela e Chicca.



Tutte le foto di Franco

MALGA CAMPO, IO C'ERO

da Alessandro Ceratti

La mia considerazione sul week end a Malga Campo è questa: se è così facile organizzare una cosa in cui ci si diverte come pazzi per tre giorni, perché non si fa più spesso?

martedì 6 novembre 2007

MALGA CAMPO - LE FOTO DI ELENA




Tutto l'album

MALGA CAMPO, IO C'ERO: LE FOTO DI "STRONZA"


MALGA CAMPO: IO CHE CI SONO

da Silva Guderzo

Ciao a tutti sono Silva di Malga Campo.
Volevo semplicemente ringraziarvi e dirvi che siamo stati molto contenti della vostra presenza che ha portato al nostro rifugio e nel piccolo paese di Luserna tanta allegria ed entusiamo.
Sono stati quattro giorni intensi per tutti, ricchi di conoscenze, di discorsi, di cazzate,di risate, di fatiche, di emozioni.
Noi siamo qui, quando volete...
Bellissime le foto.

MALGA CAMPO: IO C'ERO. L’INCANTESIMO DELL’ANELLO MAGICO

da Federica Pirrone, Milano

Potrei dire che non ho ancora scritto niente perché ho avuto un sacco da fare. La verità è che non so che dire. Eppure ho visto cose che mai avrei creduto possibili: ho visto uomini che mangiano palle di neve, e camminano sul sentiero dell’immaginario. Ho visto Paolo pasteggiare all’alba con pane, salame e vino bianco, Silvia dormire col nemico, Lauro far perdere la testa ad una gentil donzella. Ho visto Ceratti mettere a nanna Marco spiegandogli come farlo diventare più grosso, Sabelli accennare un sorriso mentre parlo di vermi e scarafaggi a tavola, Paola proseguire il suo cammino coi due prodi verso una meta che non conosce, Fabio sfidare un’intera camerata alle primissime luci del mattino. Ho visto due meteore coi tratti di Mimmo e Tommy attraversare Malga Campo in una sera, un sindaco entusiasta, Giulia felice. Ho visto un tramonto che non scorderò. Cari amici, ripensandoci forse è stato tutto un sogno, oppure l’effetto di un incantesimo. Di una cosa sono certa:



We'll meet again
Don't know where
Don't know when
But I know we'll meet again
Some sunny day


(Vera Lynn)

MALGA CAMPO: IO C'ERO

da Paola Dall'Igna, Schio (VI)

Ci provo anch'io, dopo il coinvolgente lungo fine settimana a Luserna, a farmi irretire dal blog.
Che dire, senza ripetere quanto hanno già scritto Franco, Cristina, Paola, Silvia, Tommaso ...
Sono contenta di aver vissuto questi giorni, di aver conosciuto persone che si sono fatte coinvolgere da un gioco e che lo faranno anche in futuro, ancora e ancora, spero.
Sono contenta di aver ritrovato Silva e Gigi, di aver conosciuto il loro rifugio, di aver incontrato una piccola (si fa per dire) Comunità che pensa in grande, che ha visioni a trecentosessantagradi e guarda lontano (merito del panorama?) e che ci ha accolto calorosamente.
Sono contenta di essere salita in alto a guardare alcune cose da lontano e ad osservarne altre da vicino, facendo passi brevi e lenti, uno dopo l'altro, rallentando il ritmo solito quasi fino a fermarlo.
Grazie a tutti.

MALGA CAMPO, IO C'ERO: E' RIMASTO IL SEGNO

da Elena Carpanese, Padova

A volte capita di fare esperienze che, non si sa come, lasciano il segno.
La prima per me di questa estate è stata incrociare due strani esseri camminatori che non conoscevo e che mi hanno rispedita a casa con la mandibola dolente a forza di ridere. Ero tanto stordita che ho anche sbagliato treno. Però poi mi sono ripresa, e per non lasciare che la carica si spegnesse ho attaccato una loro foto sopra la macchina del caffè: la guardo ancora ogni dieci minuti e funziona sempre.
La seconda è appena successa, ed è stata questo lungo weekend a cui mi sono affacciata con mille dubbi del tipo:” E se poi non mi trovassi bene e fossi costretta a stare zitta tutto il tempo?”. Sono cose che ad una chiacchierona come me danno molto da pensare.
E’ strano come sia facile che si instauri uno spirito di gruppo tale che dopo solo tre giorni ti venga da piangere al momento dei saluti. Eppure è stato così. Voglio ringraziare tutti quelli che c’erano, e ricordo in particolare Antonella che mi ha guardata più volte attonita, e non a torto, Sara la maestrina, Cristina ed il suo tormentone del “barrullamento” (che tra l’altro ho capito non essere un termine tecnico soltanto il giorno dopo), Ceratti che è poliedrico e a tratti va in stand-by, Marco il mio porta borse (grazie!), Fabio e la strada fatta nel buio più totale mentre mi raccontava dei concerti di Springsteen, il sindaco con la borsa di Mary Poppins, gli occhi sorridenti di Silvia Palombi, l’operazione al dito da parte della veterinaria, lo spirito dei Natali passati che aleggiava nella nostra stanza ed ha tenuto sveglie a turno tutte e tre, le lacrime di Paolo alla presentazione del libro, Claudio che è un figo a tutto tondo e Giorgio che è un figo con gli spigoli.

A tutto tondo? Preferivo gli spigoli (csf)

AI PIEDI

poesia di Erri De Luca (segnalata da Daniela)

ELOGIO AI PIEDI

Perché sono lontani dalla testa.
Perché conoscono il suolo, le spine, i serpenti, l'aspro e lo sdrucciolo.
Perché sono tutto l'equilibrio.
Perché sono la superficie che spetta quando si sta in una folla e si sopporta un gomito altrui in una costola,un braccio sotto al naso, una cartella nell'addome, ma non si permette a nessuno di calpestarceli.
Perché sono il minimo e inviolabile confine.
Perché reggono l'intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato.
E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché scalzi sono belli.
Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puskin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip tap, la ruffiana tarantella.
Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere a qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l'appoggio.
Perché come le capre amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

MALGA CAMPO, IO C'ERO

dalla stronza (Giovanna)

Quello che è realmente successo visto dagli occhi di una cittadina.

lunedì 5 novembre 2007

MERCALLI PRESENTA "A PIEDI"

Il 2 novembre, Rai 2, Montagne

A PIEDI: LA FONDAMENTALE PRESENTAZIONE A LUSERNA

MALGA CAMPO, IO C'ERO - LE FOTO DI RENATO


MALGA CAMPO, IO C'ERO - LE FOTO DI ANTONELLA



Tutto l'album

MALGA CAMPO, IO C'ERO

da Cristina Ancarani, Brisighella

Rientro triste, avendo salutato 30 persone con un bel magone da “già mi mancano” dopo solo 72 ore dall’averle conosciute. La cosa peggiora dopo aver passato 3 sere facendo tardi a chiacchiere con i soggetti di cui sopra, con una TV che passa infinite forme di nuvole, o un’ora e 56 di un’Odissea dei giorni nostri di 2 improbabili eroi con aspettative di vendite di un libro che riassume le loro fatiche (ma un epigono si mangia?). Chissà se il ricordo del magico esilarante anello formatosi un giovedì notte, sacro per antichi popoli come i Cimbri, attorno ad un tavolo quadrato, nella faticosa presentazione degli intervenuti, da parte di nuovo bonario padre eterno con annesso cinico figlio non ufficialmente riconosciuto, resisterà, come spero resistano i modi gentili dei cimbri odierni come tutto quello di squisito che ho mangiato in sti giorni ad alta quota. Rimarrà l’emozione di toccare un muro vecchio di 90 anni che mi ha raccontato dei miei nonni, che in qualcosa di molto simile, a patire freddo e paura ci sono stati davvero quando avevano solo 18 anni. Certo è che il Cenone del sabato mi farà anche per quello di Capodanno. Quando ritrovo una compagnia così speciale?

Mai. (csf)

MALGA CAMPO, IO C'ERO: FANTASTICA CONVENTION

da Paola Ragone

Potrei raccontare l'incanto delle passeggiate sui sentieri dell'immaginario. Potrei dire quanto era buona la torta inviata da Muin Masri. Potrei descrivere lo strepitoso sindaco di Luserna. Potrei elogiare la simpatia di Silvia, di Federica, di Alessandro (giuro!) e di tutti gli altri. Potrei decantare la squisitezza dei canederli. Potrei rimarcare, se non fosse superfluo, l'ironia travolgente di Claudio e di Giorgio. Di questo e d'altro potrei scrivere. Invece mi limiterò a sottolineare l'incredibile miracolo che si è compiuto durante la convention e che è sotto gli occhi di tutti i blogghisti: Ceratti per quattro giorni consecutivi non ha inviato nessun post.

Però adesso non potete pretendere che io mi becchi Ceratti tutte le settimane! (csf)

MALGA CAMPO, IO C'ERO: 4 NOVEMBRE 2007

da Silvia Palombi Diaz

Malga Campo 5 stelle. Tra Federica piena di foto e il senso della collettivita’ spiegato a Ceratti, le taniche di tea di Antonella de’ Pomodorini, Paola che a due cavalli davanti all’Ortigara s’intenerisce, Marco che dorme davanti al bagno e non si lagna, il tenero Paolo che si lava al bagno di sotto per non disturbare, Fabio e le sue mele cosi’ buone che fa niente se ha lasciato accesa la sveglia (io avevo i tappi). E tutti, che 1000 battute non bastano, che appena ci siamo lasciati volevo tornare indietro, e Tommaso e Domenico che abitano li’ e potevano venire prima. E il canederlo e mezzo che csf mi ha generosamente lasciato nel piatto la prima sera, che mezz’ora dopo avevo una fame della madonna, e le palle di neve calde e piene di gorgonzola, mica di neve neve come pensavo. E Giorgio, per il quale sono l’unica donna piu’ vecchia di csf che conosce, lo perdono perche’ quando sorride sembra angelico. E il sindaco cimbro che voterei per lui subito. Tutto mentre i resti di quello che fu uno dei più compatti zaini presenti a Luserna vengono sparsi in disordine e senza speranza sul letto che avevano abbandonato con orgogliosa sicurezza pochi giorni fa. Grazie csf, non ti ci abituare ma noi ti si vuol bene.

Non era gorgonzola, era asiago. E quella che tu eri convinta fosse acqua era vino e solo per questo puoi pensare che Giorgio sia angelico (csf)

MALGA CAMPO, IO C'ERO: A PARTIRE DAL SINDACO CAPISCI SUBITO CHE NON SARA’ UN POMERIGGIO QUALSIASI

da Tommaso Albrizio

Metti che partecipi ad un impresa, sia pur essa stramba, e che quattro mesi dopo un editore folle ne pubblichi un libro, il minimo che puoi fare è andare alla presentazione. Ovviamente anche la location sarà un posto singolare e così che viene scelta Luserna/Lusern (TN), la più bella cartolina per rappresentare il Trentino e l’autunno, dove le ultime trecento persone in Italia parlano il Cimbro, una sorta di antico dialetto tedesco. In questa atmosfera incominciano ad accadere cose “magiche” (no Silvia, Paola e Federica, non parlo dell’Anello) e mi ritrovo ad autografare copie del libro, manco avessi partecipato al grande fratello, mentre uno strano e comicissimo personaggio spara fotografie ad ogni cosa che si muove, estraendo con Sergioleonistico stile una digitale/colt dagli infiniti colpi! E' il Sindaco, il più originale e ad interim d’Italia. Il resto lo hanno fatto le meravigliose persone di Silvia Palombi, la grande scrittrice e migliore commensale per una cena ben riuscita che ha detto no al Costanzo “Sciò”; Grande! Altro che la Piromallo, Paola Ragone sempre in cerca di una strada e di una direzione, Federica Pirrone che alla presentazione è stata la più incisiva rispondendo a due domande rispettivamente con due secchi “la morte!” e “no!”, l’assessur Ceratti il più, il più…il più, Ceratti! Mimmo, beh noi ci vediamo quasi tutti i giorni, comunque grazie per il passaggio in macchina, ed in fine quella splendida parentesi poetica che è il “tenero Paolo” ovvero la “cambusa umana” che con il suo pianto ha descritto meglio di come abbiano fatto nel libro Claudio e Giorgio ciò che è stata la Lunga Marcetta.

Il sindaco, il sindaco, viene voglia di andare ad abitare a Luserna solo per il suo sindaco.Per non parlare del rifugio e di Silva, Gigi ed Anna (csf)

TG 1 DELLE 20,00 - 2-11-2007


sabato 3 novembre 2007

A PIEDI, IL LIBRO

Dove mai sono finiti i perdigiorno di un tempo?

Milan Kundera


Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro

Da Masetti, frazione di Lavarone, a Cura, frazione di Vetralla. L’Italia

A PIEDI

Chiarelettere editore, Reverse, pp. 189, 13 euro

in libreria dal 31 ottobre

Sabato 3 novembre ore 16.00 presentazione del libro a Luserna





Lentamente. Da Lavarone a Vetralla. Attraverso strade, paesi, bar, gente e dialetti.

Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro raccontano un’Italia a bassa velocità

*******

Tutte le volte che abbiamo incontrato qualcuno sulla nostra strada

le domande hanno cominciato a piovere.

La prima, inevitabile come le tasse, era la domanda base, quella fondamentale,

la madre di tutte le domande, quella che facevano tutti, dal ciclista allo sborone da bar:

perché?

La domanda più semplice ma alla fine più imbarazzante.

Che rispondere? Boh.

Potevamo buttarla sullo sportivo

(fa bene muoversi).

Potevamo azzardarci sul filosofico

(i sapienti greci divulgavano la loro scienza camminando).

Potevamo provare la via spirituale

c’è bisogno a volte nella vita di isolarsi, meditare, conoscere meglio se stessi).

Ed era praticabile la strada religiosa

(eravamo attratti dalla mistica del pellegrinaggio).

E infine il letterario: Stendhal, Goethe, Kerouac.

Alla fine abbiamo scelto due tipi di risposta.

La prima, un po’ dada, un po’ situazionista,

ammesso che tutto ciò che sto scrivendo abbia un senso,

“Perché no?” E la faccenda finiva lì, davanti allo sguardo sbigottito dell’interlocutore

che non si aspettava che all’impresa imbecille

corrispondesse una motivazione imbecille.

La seconda risposta era più articolata:

a giugno non avevamo un cazzo da fare.


Claudio Sabelli Fioretti è un giornalista. Ha lavorato per ABC, Cuore, la Repubblica, il Corriere della Sera, Genteviaggi, Io donna.

Vive con altri quattro abitanti a Masetti.

Giorgio Lauro è un conduttore radiofonico. Ha lavorato per Radio Popolare, Radio2, e per trasmissioni come Bar Sport, Caterpillar, Catersport.

Vive con altri quattro milioni di abitanti a Milano.

chiarelettere

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