-33bis- CIOCCOLATO, NOCCIOLA E PANNA MONTATA
(da Viterbo a Vetralla, oggi 25 km, in totale 659 km, definitivi)
Emozione dell'ultimo giorno. Per la grande giornata che ci consegnerà alla storia delle imprese inutili e imbecilli saranno con noi anche due personaggi storici del blog, Barbara Melotti e Luca di Ciaccio. Quando si tratta di imprese inutili e imbecilli non vogliono mancare. Barbara è arrivata ieri sera nell'agriturismo dove abbiamo passato la notte. Luca ci intercetterà lungo il percorso. Marceranno con i magnifici quattro. Oltre a me e a Giorgio si sono sempre Paolo, la cambusa vivente di Padova e Franco, il gigante buono di Cura di Vetralla. Paolo, per la prima volta, non prepara il pranzo. Ci verrà incontro, con le vettovaglie, Angela, la moglie di Franco. Nonostante la presenza di Barbara, nota logorroica confessa, la giornata è silenziosa. Di quelle tipo cammina e taci. L'arrivo non rende euforici. Diceva Sepulveda – ricordate?- che alla meta si arriva cantando o non ci arriva nessuno. Ma questa non è la nostra meta. La meta è sempre stato il viaggio. E durante il viaggio abbiamo "cantato" molto.
In silenzio percorriamo la periferia di Viterbo, intercettiamo Luca che scende da un taxi, immagine singolare, poco attinente alla lunga marcetta. Tutti e sei attraversiamo allegramente Viterbo, città bellissima, piena di chiese e di fontane. Compriamo i giornali locali. Daranno la notizia del nostro attivo? No. Non gliene frega giustamente niente a nessuno. Ma Cura di Vetralla è nelle locandine. "Emergenza pulci a Cura di Vetralla". Non ci faccio una bella figura. A Viterbo entriamo da Porta Fiorentina e usciamo da Porta San Pietro. E di nuovo Cassia. Al Bullicame ci aspetta Angela, la moglie di Franco. E adesso devo spiegarvi che cosa è il Bullicame. E' una sorgente di acqua sulfurea bollente. Nel Lazio ce ne sono molte. Un'associazione ne ha presa la gestione, ha costruito una piscina, una doccia, un'altra piccola vasca con acqua miscelata, tiene il sito in ordine, ha seminato un bellissimo prato, ha costruito qualche piccolo gazebo. Un luogo incantevole. Sembra che il bagno nella bassa piscina sia un toccasana per le membra stanche, per i dolori muscolari e articolari. Io e Giorgio ci buttiamo subito e facciamo una lunga passeggiata, avanti e indietro, nella piscinetta. Ci sentiamo un po' imbecilli, tra belle ragazze in bikini e giovani aitanti palestrati. Noi, con le nostre mutande che facciamo finta siano costumi da bagno. Abbiamo l'impressione di avere gli occhi di tutti addosso. Poi ci buttiamo sul pane e prosciutto portato da Angela, strappando tempo alla sua attività preferita, la cura del rifugio dove vengono ospitati cani trovatelli e malandati. L'impressione è che anche a noi si dedichi come si dedica ai suoi amati randagi.
Si riparte dal Bullicame con una sorpresa. Barbara non ce la fa più e sale sulla macchina di Angela. Ecco perché taceva. Soffriva sotto il sole cocente. Dice: "Siete stati dei matti a mettervi in una impresa del genere". E parte per Cura di Vetralla su quattro ruote. E' un brutto giorno per il movimento femminile internazionale. Dopo la defezione da vescica di Arianna, ecco la defezione da insolazione di Barbara. Orrende battute antifemministe da parte nostra accompagnano l'evento che prova in maniera definitiva l'inferiorità della donna. Paola, Daniela, Elena, Carla e Antonella, le altre cinque esponenti del sesso debole leggeranno queste note con riprovazione e con orgoglio. Loro, al contrario di Arianna e Barbara, ce l'hanno fatta.
Il resto della tappa è senza storia. Arriviamo inevitabilmente a Vetralla. Percorriamo la sua via centrale fermandoci continuamente alla tante fontane e fontanelle. Non abbiamo mai visto tanta acqua come oggi. Giorgio si rivolge a tutte le vecchiette sedute sulla soglia delle loro case urlando: "E' tornato a Vetralla Claudio Sabelli Fioretti. Ve lo ricordate? Andò via nel 1944". Le vecchiette ridono. Puntiamo sulla frazione Cura. Passiamo davanti al cimitero dove è sepolto mio padre. Passiamo davanti alla casa di Franco. Ed è il rettilineo finale. Dopo 659 km e 32 giorni arriviamo nella piazza principale di Cura, davanti al bar Cancellieri, dove ho consumato i migliori gelati (cioccolato, nocciola e panna montata) della mia fanciullezza. Ci aspettano le autorità, il sindaco Massimo Marconi e l'assessore Luca Mancini, autori di una rivoluzione politica che ha portato Margherita e Forza Italia a governare insieme. Cura di Vetralla, laboratorio politico, indica la strada. Il Partito Democratico trema. Insieme a loro un drappello di nullafacenti come noi e la curiosità della gente che la domenica frequenta la piazza. Finalmente qualche intervista per questi strani e anacronistici personaggi vestiti con una maglietta con un grande cinque sul petto. Festeggiamenti. Champagne e cocomero. E una mega coppa di gelato, cioccolato, nocciola e panna montata.
Tutte le foto di oggi.
noi siamo arrivati qui - video 1 - video 2
15 commenti:
BRAVIIIIIIII
Claudio sei grande!!! Soltanto tu potevi immaginare e fare un'impresa del genere rendendo nota al mondo Cura di Vetralla, il paese che non c'è, diviso in due dalla Cassia e annunciato da un passaggio a livello sempre chiuso (non per noi quando ci passavamo con le biciclette). E il pane e il prosciutto e la panzanella al fontanile verso il convento e tuo padre che mi portava a vedere le corse ciclistiche e mio zio che non voleva fare entrare né te né Gianni Farneti e la vostra 500 e mia sorella quella bella e il grano steso sui teli ad asciugare e il lago di Ronciglione dove si andava a "vivere" passando per la scorciatoia nel bosco e il mangiadischi "... il sole sta per tramontar ah ah i bimbi corrono a giocar ah ah...". Basta, sto soffrendo come un cane (ti ricordi quanti ne avevamo nel giardino di zio!) per non aver fatto con te questa gojata per non aver riassaggiato il gelato di Cancellieri per non essere passata davanti al cimitero dove ho padre, madre, zio etc. e, soprattutto, perché non hai citato La Botte, frazione di Cura, frazione di Vetralla, frazione di Viterbo, frazione dell'Italia etc. come scrivevo sulle lettere che recapitava Galliano il postino senza un braccio. I migliori anni della nostra vita (almeno della mia), passati a La Botte. Dobbiamo notificarlo al mondo!
mancando il video dell'arrivo a Cura non posso sbilanciarrmi. E se fosse uno scherzo di CSF e GL? Meglio attendere il video della festa nella piazza di Cura con le autorità prima di andare in brodo di giuggiole!
complimenti,
da Schio qualcuno aveva messo in dubbio il vostro arrivo a Cura,(che fiducia!!!)ma non noi che vi abbiamo seguito con apprensione.
Ci mancherete ed un pò vi invidiamo.
Vi riaspettiamo dalle nostre parti!
Katia,Paola, Fabio, Flavio, Saverio, Lorenzo....
noooooooooo! ragazzi, vi prego, tornate indietro oppure andate fino in sicilia.nn potete lasciarci così!
Non ci sono altre parole !! Bravi !! anche se in molti vi davano per pazzi, ora si rendono conto che "queste pazzie" si possono realizzare, e riescono ad emozionare tante persone che vi hanno seguito sul blog, o piu' direttamente camminando con voi (anche se solo per un giorno).
Questa "marcetta" e' veramente eccezzionale nei modi, nei tempi e nelle motivazioni apparentemente insensate. un saluto e un cordiale abbraccio da Carlo (rimini).
Non so perchè, ma leggendo questa nota d'arrivo e dopo aver "vissuto" giorno dopo giorno la vostra impresa attraverso i filmati di Gorgio e le missive di Claudio, mi prende un po' di commozione. Boh!
Alla fine ce l'avete fatta. E io un po' con voi.
Ciao, Matteo Tassinari.
Mi mancherete tantissimo...
Niente sarà più come prima.
Siete grandi!
rosita
BRAVI!
Ora perchè non tornate indietro a piedi?
Ldp
Sono proprio le imprese apparentemente inutili e strane (notare che non ho detto imbecilli) a richiamare l'attenzione. Credo che sia stata una mossa giusta in un anno "sabbatico" per un giornalista del calibro di CSF e, perché no, per il suo simpatico compagno di viaggio Giorgio. Degna di attenzione nella cronaca dell'arrivo è la (commovente) frase "Passiamo davanti al cimitero dove è sepolto mio padre". Sembra buttata lì, ma sono sicuro di no. Congratulazioni ai pellegrini per "diporto". Qui a Bologna ogni tanto si sente dire da qualcuno "se mi va bene vado a San Luca a piedi"... Questo per significare che tutte le cose hanno sempre un senso...
Mi sono quasi commossa a vedere CSF e GL in Cura, non perché non ci credessi ma ero curiosa di conoscere le cose che avrebbe nominato CSF toccando la terra natia. Ammetto che nonostante l'apparente cinismo, CSF rappresenta degnamente la classe '44, a cui appartengo anch'io, per aver dedicato un dolce pensiero a suo padre. Ma non sappiamo come sia stato accolto da sua madre, molto simpatica e senza peli sulla lingua, dopo che CSF ha divorato maxi calorie da far spavento ai trigliceridi. Saluto GL di cui non conosco l'età, ma penso che avrà ancora tanta polvere da mangiare. Buona fortuna
E bravo Claudio. Ricordo che, più o meno a metà degli anni '70, una domenica mattina tu, io e un paio d'altri amici/colleghi di Panorama, arrivati a Pavia sulla tua 500 rossa, abbiamo poi percorso i venti km della prima edizione della Marcia del Ticino. Alla fine ci siamo "stravaccati" stanchi morti, piedi e vesciche all'aria (non era ancora stato inventato il Compeed) sul prato dove era stato posto il traguardo. Beh, allora non sapevo che in realtà ti stavi già allenando per la futura Masetti-Cura di Vetralla!
Mi viene in mente quella canzone dei Modena dedicata a Peppino Impastato: 1,2,3,4,5,10,100 passi..
Grazie di averci ricordato di camminare....
"Nel fondo erano ignudi i peccatori; dal mezzo in qua ci venien verso 'l volto.." Infine, non poteva mancare il vostro tratto infernale.
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