MALGA CAMPO, IO C'ERO: E' RIMASTO IL SEGNO
da Elena Carpanese, Padova
A volte capita di fare esperienze che, non si sa come, lasciano il segno.
La prima per me di questa estate è stata incrociare due strani esseri camminatori che non conoscevo e che mi hanno rispedita a casa con la mandibola dolente a forza di ridere. Ero tanto stordita che ho anche sbagliato treno. Però poi mi sono ripresa, e per non lasciare che la carica si spegnesse ho attaccato una loro foto sopra la macchina del caffè: la guardo ancora ogni dieci minuti e funziona sempre.
La seconda è appena successa, ed è stata questo lungo weekend a cui mi sono affacciata con mille dubbi del tipo:” E se poi non mi trovassi bene e fossi costretta a stare zitta tutto il tempo?”. Sono cose che ad una chiacchierona come me danno molto da pensare.
E’ strano come sia facile che si instauri uno spirito di gruppo tale che dopo solo tre giorni ti venga da piangere al momento dei saluti. Eppure è stato così. Voglio ringraziare tutti quelli che c’erano, e ricordo in particolare Antonella che mi ha guardata più volte attonita, e non a torto, Sara la maestrina, Cristina ed il suo tormentone del “barrullamento” (che tra l’altro ho capito non essere un termine tecnico soltanto il giorno dopo), Ceratti che è poliedrico e a tratti va in stand-by, Marco il mio porta borse (grazie!), Fabio e la strada fatta nel buio più totale mentre mi raccontava dei concerti di Springsteen, il sindaco con la borsa di Mary Poppins, gli occhi sorridenti di Silvia Palombi, l’operazione al dito da parte della veterinaria, lo spirito dei Natali passati che aleggiava nella nostra stanza ed ha tenuto sveglie a turno tutte e tre, le lacrime di Paolo alla presentazione del libro, Claudio che è un figo a tutto tondo e Giorgio che è un figo con gli spigoli.
A tutto tondo? Preferivo gli spigoli (csf)
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