venerdì 6 luglio 2007

-31 bis- E POI CHE COSA FAREMO?

(da Allerona Scalo, località Le Prese, a Bolsena, 29 km oggi per un totale di 609 km alla media di 4,6 km all’ora, ore camminate 132, paesi attraversati Monte Rubiaglio, Castel Viscardo, Castel Giorgio) - (ndr. ricevuto alle ore 3,32 del giorno 7)

Ci sono colazioni e colazioni. Alberghi che ci hanno sommersi di marmellatine e di torte. Brioche fresche e succhi di frutta di ogni tipo. Quasi sempre Giorgio è riuscito ad ottenere il suo inderogabile succo di pompelmo anche se mai della sua marca preferita, Jaffa. Anche io ho una fissazione, il latte fresco, che dovrebbe essere la regola, almeno negli agriturismi. Ma ho avuto meno fortuna. Mi è stato sempre offerto latte a lunga conservazione che per me ha lo stesso appeal di una bastonata sulle vesciche. E così mentre Giorgio si beve il suo pompelmo io mi faccio portare un tè. Per quanto riguarda le marmellate, siamo andati dalle porzioncine standardizzate con i disegnetti sulla carta stagnola, tipiche degli alberghi, ai vasetti traboccanti delle confetture fatte in casa dalla nonna. Anche sulle brioche nessuna sorpresa molto positiva. Ma oggi, al bed and breakfast San Antonio, bellissima vista sugli Appennini, sulla valle del Paglia e sulla direttissima Roma-Firenze, appartamenti semilussuosi, grande piscina, sperimentiamo per la prima volta la colazione senza marmellata e con brioche confezionate. Tutto questo discorso è arabo per Paolo il quale stamattina, come tutte le mattine, sull’esempio di un perfetto gentleman inglese, si spara un bicchiere di vino bianco e un paninazzo con mortadella.
La tappa molto dura di ieri non è stata ancora ben digerita dai nostri corpi. Io ho dormito male, rivoltandomi continuamente nel lettone, con le piante dei piedi doloranti, con i muscoli delle cosce, indolenziti. Giorgio ha dormito bene ma per combattere i milioni di moscerini che si erano passati la voce, ha messo in azione la macchinetta antizanzare e si è beccato un fastidioso mal di gola. Alle cinque io decido di affrontare con virilità le mie gambe e comincio a spalmare creme e a massaggiarmi. Quasi alla stessa ora Giorgio decide che si arrende ai moscerini e spegne la macchinetta killer. I moscerini ringraziano e il mal di gola scompare.
Non è una coppia di atleti in gran forma e dal fisico tonico e scattante quella che parte dal podere Sant’Antonio, insieme al fedelissimo Paolo (ormai con noi da una settimana con i suoi piedi luganega). Oggi c’è anche un grande ritorno, Franco, il gigante buono di Cura di Vetralla, l’esperto di trattori finlandesi, il Lothar della lunga marcetta che è stato già con noi da Camaldoli alla Val di Chiana. E poi c’è una new entry, Arianna, l’organizzatrice del Festival del Giornalismo di Perugia.
Ridiscendiamo l’orrida salita che ieri, di sera, ci aveva fatto tanto penare. Lo facciamo con un minimo di baldanza anche perché Arianna, dimostrando entusiasmo e inesperienza, parte a razzo, nonostante si sia presentata con una maglietta autoprodotta con su scritto “5 km all’ora, scarsi”. Noi, maschietti, non possiamo darle la soddisfazione di staccarci anche se sappiamo che la maldestra pagherà. E infatti pagherà con una grossa vescica sotto la pianta del piede destro dalle parti dell’alluce e un’altra più piccola sotto il piede sinistro che menomerà la sua azione e deprimerà il suo spirito tanto da farle mandare un messaggio al fidanzato perché la venga a riprendere. Battute sulla superiorità maschile a josa.
Saliamo, inseguendo la prode Arianna, verso Castel Viscardo, prima, e Castel Giorgio, poi, seguendo il sentiero del Cai. O quelli che noi siamo indotti a pensare che siano sentieri del Cai. La cartina in nostro possesso li segnala come “sentieri realizzati dalla Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana secondo gli standard del Club Alpino Italiano” sono dei veri e propri trabocchetti. Sono del Cai? Forse no, sono solo gli standard che appartengono al Cai. Ma perché allora si parla di Cai? Insomma, come avrete capito, Cai o non Cai (ad ogni errore scatta la battuta stupida “è un sentiero del Cai!”), verso Castel Giorgio finiamo su una specie di superstrada e più tardi, quando la fine della tappa dovrebbe essere vicina, sprofondiamo in un segnavia bianco e rosso “4g” che ci abbandona in continuazione e ci consegna a tutt’altro territorio rispetto a quello previsto. La cosa non è grave perché vediamo il lago di Bolsena, è lì davanti a noi, ma raggiungerlo non ci risulta facile come sembrerebbe.
Ci viene in soccorso l’austriaco Werner. Uno smacco. Ci fermiamo nel giardino di una casetta, unica costruzione in questa zona che appare disabitata. La casetta è un incrocio tra l’abitazione di Biancaneve e un rifugio di montagna. E’ chiusa. Stanchi decidiamo di far fuori il melone che Paolo si trascina dietro da due giorni. Sul più bello, però, arriva il padrone di casa, Werner per l’appunto, austriaco di Graz, pittore e scultore. Werner non si arrabbia per l’invasione. Anzi ci offre una bottiglia di vino bianco e dei crackers. E ci spiega dove abbiamo sbagliato strada e qual è quella giusta per raggiungere Bolsena.
Oggi le abbiamo sbagliate tutte. Siamo partiti senza provvigioni per il pranzo, sperando di comprarle a Castel Viscardo. Poi abbiamo fallito Castel Viscardo e abbiamo dovuto aspettare fino alle tre per trovare un bar a Castel Giorgio. A Castel Giorgio abbiamo tardato molto facendo inutilmente mille telefonate per trovare da dormire. Trovare da dormire non è mai stato tanto facile finora. I bed and breakfast e gli agriturismo sono meno frequenti di quanto si pensi negli itinerari secondari che percorriamo, difficili da raggiungre a piedi e mal propagandati. Gli uffici turistici ne ignorano la metà e non ti sanno spiegare dove sono. Alla fine, la scelta di Bolsena, non proprio sulla linea perfetta, ci è apparsa l’unica praticabile. Nel bar Asterix di Castel Giorgio la fame ci spinge verso qualsiasi ignominia. Da Franco che si mangia una quantità industriale di toast, a me che preso non si sa da quale raptus, chiedo una cotoletta alla milanese. Il tutto sotto una cascata di birra fredda che inonda le persone normali tranne Giorgio che sostituisce inspiegabilmente le sue solite Fanta con due “multivitaminic”.
La novizia Arianna si comporta veramente da novizia. Non solo corre ma parla sempre. E’ napoletana, quindi divertente, ci tiene compagnia e quando esagera, noi che siamo due maleducati, socialmente scorretti, la prendiamo in giro con battute al limite della fascia protetta. Lei si mette a ridere e se ne frega.
Arriviamo a Bolsena che è quasi buio. A cena guardiamo la cartina e ci accorgiamo che ormai è fatta. Dovrebbero mancare 46 km. In condizioni normali diremmo: domenica siamo a Cura di Vetralla. Ma i km fatti che appesantiscono le nostre gambe ci hanno abituati alla prudenza e ad un certo pessimismo. Oggi abbiamo superato i 600 km percorsi. A piedi. Abbiamo festeggiato con uno stupido video alla maniera di Italia 1. Abbiamo passato il confine della sesta ed ultima regione, il Lazio. Siamo arrivati nella provincia di destinazione, Viterbo. Ma al momento non sappiamo ancora se arriveremo e quando arriveremo esattamente a Cura di Vetralla. “Certo che ne avete fatta di pubblicità a Cura di Vetralla”, dice Arianna che se ne intende di comunicazione. “Io, come tanta gente non sapevo nemmeno dove fosse”. Giorgio alza gli occhi dalla sua amata macedonia (“Senza melone, mi raccomando, il melone mi fa schifo”) e commenta: “Se è per questo non lo so nemmeno io”.
Mi rendo improvvisamente conto che c’è qualche differenza tra la marcia di Giorgio e quella mia. Entrambe sono fondamentalmente inutili e gratuite al limite dell’insensatezza. Ma io abito a Masetti e sono nato a Cura di Vetralla. Giorgio è nato a Milano, al Pio X ed abita a Milano, in via Zuretti. “Che c’entri tu con la Masetti-Vetralla?” gli chiedo improvvisamente. E lui: “Senti, per farti contento, la prossima settimana ci facciamo la Pio X-via Z|uretti. Mezz’ora e ci siamo tolti il pensiero”.
E’ una battuta ma c’entra il problema. Oggi, sul Foglio, Toni Capuozzo che sta girando l’Italia (in macchina, sia chiaro) per presentare come in una lunga tournée il suo ultimo libro, “Adiòs”, ha scritto che quello che gli piace della nostra avventura è che è senza senso. Ma l’insensatezza della nostra marcetta è maggiore per Giorgio che per me. Strana coincidenza. Toni mi telefona per dirmi che, come successe ad un giornalista tedesco che aveva fatto una cosa del genere, la crisi verrà il giorno dell’arrivo. Il giornalista tedesco non era stato capace di fermarsi e aveva continuato senza soluzione. Noi non crediamo proprio che ci succederà una cosa del genere. Ma quando Toni mi dice: “Sai che dovreste fare l’anno prossimo? Andare da Cura di Vetralla a Salina”. Mi è preso un colpo. Ieri, con Giorgio, avevamo detto la stessa cosa. Solo che noi l’avevamo pensata come la peggiore delle stronzate.


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5 commenti:

Vittorio Grondona - Bologna ha detto...

Veltroni presto girerà l'Italia per informare gli italiani che comunque la pensino in proposito, sarà lui ad essere eletto, peraltro a (spontaneo) furore di popolo, capo del (resuscitato) nuovo partito democratico (cristiano). Perché non l'avete avvisato della vostra avventura? Secondo me avrebbe colto l'occasione al volo per unirsi a voi. Volete mettere la credibilità di un leader pastore che gira a piedi fra la povera gente rispetto a chi preferisce il pullman o il treno o addirittura il tir? Non credevo che ancora oggi esista un umano che riesca a bere senza turarsi il naso succhi di pompelmo. Però a pensarci bene anche la purga di sale inglese in fondo in fondo ha i suoi lati positivi... Coraggio, domani è domenica e spezzerete con gioia il nastro d'arrivo tra gli applausi ed i complimenti di tutta l'Italia.

Isabella Guarini ha detto...

A me sembra che l'unica novità di questi tempi sia la marcia di CSF e GL. Il motivo sta in vari aspetti. Uno è quello che i due nostri eroi incontrano persone vere nei luoghi veri, che sentono e scrivono parole vere,ci mandano immagini e video veri. Insomma CSF e GL rappresentano l'unica verità in un mondo di apparenze. Suvvia, come è possibile credere a VVV, che si auto-candida a tutto, dopo appena un anno da elezioni vinte e che, invece di fare il Sindaco si dedica al culto della sua poliedrica personalità!È l'odio verso il Cavaliere, e nient'altro, che alimenta tutte queste distorsioni della sinistra,sopportate con rassegnazione dagli elettori!

Vittorio Grondona - Bologna ha detto...

Per una camminata come questa chissà quali scarpe avrebbe utilizzato il Cavaliere. I fabbricanti di scarpe si sarebbero fatti in quattro per offrirgliene gratuitamente di ogni spece. Nonostante la forte eco mediatrica della loro avventura, i nostri eroi anche le scarpe hanno dovuto pagarsi coi loro soldi. Spero che almeno la Jaffa scuci gratis qualche succo di pompelmo...

Isabella Guarini ha detto...

Caro Grondona, è vero c'è qualche nomination pubblicitaria
nell'andare lentamente, ma non è fastidiosa, se si pensa alla fatica di CSF e GL. Mentre leggevo delle dimissioni di Bertolaso, pensavo che CSF, si sta dimostrando un vero democratico tra i vip, nel senso di persone pubblicamente conosciute. IL motivo riguarda l'accoppiata tra una persona molto nota, CSF, e un giovane all'inizio della carriera,GL. Se ogni vip lanciasse un giovane, sarebbe risolto il problema del ricambio di generazione,specialmente in politica. Ma non vedo nessuno in compagnia di VVV!Ognuno succede a se stesso.

Isabella Guarini ha detto...

Bolsena! Oltre al lago, Bolsena è una tappa importante della Via Francigena.L'antica Velzna, sulle colline dei Monti Volsini, fu l'ultima delle dodici città della Confederazione etrusca che si arrese ai Romani nel 265 a.C. Fu Municipio romano con il nome di Volsinii.Inoltre, è famosa per il miracolo eucaristico di Bolsena che sarebbe avvenuto nel 1263, per cui Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini, ispiratore del famoso affresco che Raffaello eseguì nelle Stanze vaticane nel 1512.